Come la politica vedeva l’economia verde?

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Da anni sentiamo parlare di economia verde come unico strumento per poter uscire dalla crisi. Tutti i gruppi politici, chi più chi meno, nel corso degli anni hanno lanciato e proposto in campagna elettorale piani strategici basati su di un’economia che possa essere sostenibile ed efficiente. In particolare prendiamo come riferimento per vedere cosa la politica pensava in pensato dell’economia verde un’intervista rilasciata dall’allora segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni, all'Unità. Per tutte gli aggiornamenti e le notizie di politica in Toscana visita il sito Toscana.newtuscia.it

«Una rivoluzione verde che può creare un milione di posti di lavoro»

Un piano ecologico da un milione di posti di lavoro per sfidare la crisi. Il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, ha tracciato le linee della «rivoluzione verde» per l'Italia del Pd a conclusione del primo appuntamento in vista della Conferenza programmatica di aprile.

«Sarà un piano decennale serio e moderno» che già in cinque anni «può portare un milione di posti di lavoro, o prodotti o salvati, con scarsi costi e molti benefici», ha aggiunto Veltroni sottolineando «come l'unica leva, l'unico traino, l'unica forma di crescita virtuosa del Pil è la rivoluzione ambientale».

Veltroni critica il Governo sulla crisi: «La crisi che stiamo vivendo cambierà tutto e quello che fa impazzire è l'assenza totale, perfino fisica, del presidente del Consiglio da questa crisi». «Piange il cuore a vedere il governo del paese in questo stato», ha aggiunto. Per Veltroni, comunque, è il momento delle riforme, come accaduto per il “new deal” di Roosevelt: «È nel tempo della crisi che arrivano le riforme».

Tornando alla sua rivoluzione ecologica, non solo è necessaria una svolta verde «per trasferire il mondo alle generazioni future, ma bisogna fare di più» nel settore automobilistico, dell'edilizia  grazie alla green building fino ad arrivare «alla rottamazione del petrolio che è una scelta economica e politica». Nel piano decennale, ha osservato Veltroni, ci sarà «la rottamazione dei vecchi meccanismi» perché «abbiamo il know-how per fare questa scelta e oltre che liberarsi del petrolio rispettare i parametri di Kyoto». Il segretario del Pd ha poi parlato di ecoincentivi alle auto ma vincolati a un piano di «ricerca e innovazione per basso consumo e basse emissioni oltre a incentivare il trasporto pubblico».

E, sempre sugli incentivi alle auto Veltroni ha posto l'accento sull'attualità. «Li annunciano da mesi, ma non arrivano» ha detto, sottolineando che questo tipo di misura è nata «quando anche io ero al governo con Edo Ronchi» non nascondendo ora qualche perplessità. «Non so se questa volta avranno lo stesso risultato perché la situazione è molto cupa». Per quanto riguarda le infrastrutture Veltroni ha indicato «la soluzione di un fondo a rotazione per finanziare i migliori progetti cantierabili subito e non al 2011». Si guarda poi «a raddoppiare le fonti di energia rinnovabili nei prossimi dieci anni e a un progetto di strategia nazionale in questo settore «finanziato con soldi pubblici». Per favorire la mobilità sostenibile, ridurre l'inquinamento e aiutare le politiche ambientali nella lotta alla riduzione di gas serra, inoltre, ha detto ancora il segretario del Pd, occorre avviare un piano che preveda mille treni per i pendolari con 300 milioni di euro all'anno per cinque anni.

Secondo il piano del Pd «scegliendo per l'Italia la via della green economy si sostiene e si rilancia l'economia; si rispettano gli impegni presi a livello europeo». «Il Governo - chiede quindi il Pd - entro tre mesi faccia finalmente conoscere quali sono i piani di azione per il rispetto degli obiettivi 20-20-20 (20% di gas serra in meno, 20% di energie rinnovabili e 20% di risparmio energetico. Tutto entro il 2020) come hanno fatto Francia, Gran Bretagna e Germania». Come possiamo vedere le idee in linea di massima sono rimaste le stesse. La politica purtroppo nel corso degli anni è rimasta immobile e il grande sviluppo apportato dall'economia verde lo si deve soprattutto all'intervento di aziende private. Si è sempre preso come riferimento il protocollo di Kyoto, ma a livello internazionale le varie proposte dei vari paesi si sono più limitate a discorsi teorici. In questo contesto quindi è da segnalare la grande importanza di aziende private di energia, come fornitori o distributori che hanno incorporato all'interno sistemi che guardano alla sostenibilità aziendale, come l'installazione di impianti fotovoltaici.

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