Partecipazioni statali: quali sono nell'energia?

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Lo Stato italiano detiene e conserva una fetta importante di partecipazione all’interno del mercato dell’energia. Attualmente, diverse sono le società direttamente partecipate e sotto la gestione di vari Ministeri, come quelli di Economia e Finanza nonché quello dello Sviluppo Economico, enti di riferimento per tutto ciò che concerne il comparto energetico.

Entriamo nello specifico raccontando quali sono tali società, che quote ha lo Stato e alcune pillole di storia.

Enel

La quota di partecipazione statale all’interno di Enel è del 23,58% e l’azienda è quotata presso la Borsa di Milano nell’indice FTSE MIB, il più importante indice azionario della Borsa italiana. Si tratta di una presenza pubblica che negli anni è scesa drasticamente a seguito di varie cessioni delle quote da parte del Tesoro.

Nel febbraio 2015, nella quinta (cronologicamente parlando) di queste cessioni, lo Stato vendette infatti il 5,7% con un guadagno sul mercato di 2,2 miliardi di euro. Si trattò di una manovra necessaria che si sommò ad altre le quali, dal 1999, portarono ricavi pari a 33 miliardi euro per le casse statali. Questa vendita fu garantita da una procedura accelerata di raccolta degli ordini azionari con alle spalle un consorzio di banche. Tra queste vi erano BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, Mediobanca e Unicredit Corporate & Investment Banking.

La privatizzazione del grande gruppo elettrico iniziò subito dopo il primo decreto Bersani che iniziò la liberalizzazione del mercato energetico. A quella data risale l’ingresso in borsa del grande gruppo e, successivamente, le vendite nel 2003, 2004 e luglio 2005. L’ingresso di capitali stranieri e gli accordi con grandi gruppi esteri come Endesa, lasciano tuttavia a Enel un ruolo molto forte all’interno del mercato elettrico nazionale e, di riflesso, un’importante carico da parte dello Stato nei suoi ingranaggi.

A fine 2017 la vendita di elettricità sul mercato finale di Enel ha fatto registrare la percentuale di 37,5%, un dato aumentato di quasi 3 punti rispetto all’anno precedente e che spiega concretamente la forza di questo gruppo.

Ai vertici di EnelAttuale CEO del gruppo Enel è Francesco Starace, in carica dal 27 maggio 2014 per nomina del Consiglio di Amministrazione. Presidente è, invece, Patrizia Greco.

Eni

Originariamente Ente Nazionale Idrocarburi, l’ENI ha quote di partecipazioni statali più ridotte, pari al 4,20% detenute presso la CDP (Cassa Deposito e Prestiti S.p.A.). Società per azioni dal 1992, è presente in circa 73 paesi ed è tra le prime 500 aziende al mondo per capitalizzazione del mercato nonché tra le prime 150 per fatturato. Numeri alla mano si tratta quindi di un gruppo tra i più celebri del pianeta e, proprio per questo, è bene sapere l’importanza, per lo Stato, che una parte comunque piccola di essa sia di proprietà nazionale.

Le prime attività di cessioni quote di Eni ebbero inizio nel 1995, quando il Tesoro cedette una grande parte di quote, pari al 15%, collocandola presso la Borsa. Un’ulteriore svolta vi fu nel 2001 quando, a seguito della liberalizzazione del mercato del gas sancita dal decreto Letta, Eni dovette ridimensionare il ruolo di monopolio del mercato del gas. Le fasi di importazione e distribuzione videro quindi un rimpasto del proprio ruolo nonché un ruolo diverso di EniPower, nata nel 1999, con l’ingresso nel comparto energia del gruppo del cane a 6 zampe.

Nel 2012 Eni ha ceduto Snam (Società Nazionale Metanodotti) che si occupa di trasporto, stoccaggio e rigassificazione. Questi acquistò inoltre, nel 2009, il 100% di Italgas e il 100% di Stoccaggi Gas Italia S.p.A. realizzando un gruppo fortissimo. A novembre 2016 è stata invece registrata la scissione parziale con Italgas S.p.A. che è tornata a essere quotata in borsa.

Ai vertici di EniClaudio Descalzi è attualmente amministratore delegato di Eni, ruolo che ricopre dal 9 maggio 2014 a seguito della nomina dell’allora Governo Renzi.

Gestore dei Servizi Energetici

Il GSE S.p.A. è controllato al 100% dallo Stato italiano tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Segue le direttive del Ministero dello Sviluppo Economico ed è una società per azioni fondata a Roma, nel 1997. Si tratta di uno degli attori più importanti della filiera del mercato energetico seppur, negli anni, ha cambiato il proprio ruolo.

Nel 2005 ha ceduto infatti la gestione delle reti per la trasmissione di energia a Terna, cambiando il proprio nome da GRTN a GSE, in un importante cambio che la vede, oggi, principale ente di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Leggi anche: Gestore dei Servizi Energetici: storia e cambiamenti della società

Sono, inoltre, società controllate da parte del Gestore dei Servizi Energetici tre importanti players del mercato energetico italiano, quali:

  • Acquirente Unico (AU)
  • Gestore dei Mercati Energetici (GME)
  • Ricerca sul Sistema Energetico (RSE)

A capo del GSEGli attuali vertici del GSE sono Francesco Vetrò che ne è Presidente e Roberto Moneta, attuale Amministratore Delegato, vertici nominati a ottobre 2018 a seguito della delibera dell’Assemblea dei soci.