La progettazione di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli
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Progettare impianti fotovoltaici su terreni agricoli, magari incolti, sta diventando negli ultimi anni un investimento molto remunerativo. Le possibilità di investimento e di sfruttamento dei terreni agricoli potrebbero essere diverse. È possibile affittare il solo terreno e permettere l’installazione di impianti fotovoltaici, o magari venderlo direttamente. Ci sono aziende come E-phowi che si occupano proprio della selezione dei terreni, offrendo una consulenza completa sia per la vendita che per l’acquisto e che garantiscono i sopralluoghi necessari per verificare la reale fattività e attuazione del progetto di energia rinnovabile.
Sfruttare i terreni incolti per produrre energia pulita
Ipotesi, quest’ultima, particolarmente sensata quando si dispone di terreni incolti e abbandonati a se stessi. Le possibilità di installare pannelli fotovoltaici, in ogni caso, non si esauriscono ai soli terreni agricoli: le coperture dei tetti, ad esempio, rappresentano una valida alternativa che – in molti casi – viene associata ad utili operazioni di smaltimento di materiali pericolosi, come l’amianto o l’eternit. In questo caso, alla progettazione per la produzione di energia pulita si associa anche un intervento in difesa e protezione ambientale.
I pannelli fotovoltaici possono essere installati sia su terreni agricoli che industriali; ma la domanda che molti si fanno prima di imbattersi nella progettazione è sempre la stessa: quanto si guadagna?
In genere, quando ci si avvia in queste progettazioni, si parla di rendite potenziali. Non c’è molta differenza tra terreni agricoli e terreni industriali in fatto di remuneratività ; in media, ogni ettaro rende 2000 euro, ma in alcuni casi – e secondo alcune variabili – si possono ottenere anche 4000 euro ad ettaro. Si tratta di cifre importanti, specie se si considera che rappresentano un ritorno economico in un periodo medio/lungo.
Requisiti del terreno per costruire un impianto fotovoltaico
Tuttavia, è bene precisare, che non tutti i terreni (agricoli e industriali) sono realmente adatti ad ospitare un impianto fotovoltaico. Ci sono, infatti, dei requisiti, fondamentali e preliminari affinché si possa svolgere un sopralluogo e successivamente formulare un piano progettuale.
Ecco un elenco si alcuni requisiti base:
1. Grandezza minima di 1 ettaro e mezzo;
2. Terreni di natura agricola o industriale;
3. Pianeggianti senza ombreggiamenti di fabbricati e alberi;
4. Presenza in zona di una stazione elettrica di media o alta tensione (preferibile);
5. Assenza di tralicci di alta tensione sul terreno;
6. Assenza di vincoli urbanistici, paesaggistici e ambientali nella zona del terreno;
7. Ubicati in o a ridosso di zone industriali o pip (preferibile).
8. Che possiedano affaccio su strada di accesso statale, provinciale o comunale.
In generale, in presenza di questi requisiti di base, l’investitore si occupa di sobbarcarsi tutte le spese legate allo sviluppo e alla costruzione dell’impianto.
L'Italia e le energie rinnovabili
Dal 2012, l’interesse italiano verso le energie rinnovabili aveva subito un brusco rallentamento; molti incentivi, infatti, erano stati soppressi e si era affievolito l’interesse verso questa tipologia di investimento. Negli ultimi anni – complici soprattutto i problemi derivanti dal cambiamento climatico – l’investimento nelle energie rinnovabili non è più considerato un’opzione possibile, ma quasi una necessità .
Gli eventi mondiali dell’ultimo anno, in particolare, hanno avuto come protagonista l’inizio della guerra in Ucraina, con una conseguente impennata del costo dell’energia, ma soprattutto il graduale allontanamento dalle fonti energetiche russe che hanno reso necessaria un’inversione di rotta nel tema della produzione energetica.
I fatti climatici degli ultimi anni, infine, impongono la scelta futura nella produzione di energia vincolata alle rinnovabili, non fosse altro per tutelare la salute del nostro pianeta.
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