Tutto quello che occorre sapere sulla manutenzione della caldaia

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La manutenzione della caldaia è indispensabile per garantire il suo corretto funzionamento nel corso del tempo: solo un impianto di riscaldamento efficiente, infatti, è in grado di assicurare il massimo benessere fra le mura di casa. Tutte le caldaie devono essere sottoposte a una revisione obbligatoria, anche in assenza di anomalie o di guasti. Essa, infatti, deve essere eseguita anche se è tutto a posto, e si compone di due fasi distinte, rappresentate alla manutenzione ordinaria e dal controllo dei fumi.

La manutenzione ordinaria e il controllo fumi

La fase di manutenzione ordinaria prevede di controllare e analizzare le componenti dell’impianto di riscaldamento che vengono usate di più e che, di conseguenza, sono più esposte al rischio di deteriorarsi: la guarnizione, la camera di combustione, gli elettrodi e i ventilatori. In questa fase, inoltre, l’apparecchio viene sottoposto a una pulizia generale. Attraverso il controllo fumi, invece, si verifica l’efficienza energetica del dispositivo: ciò avviene tramite un test che misura la temperatura dei fumi di combustione e i valori di tiraggio, monitorando la regolazione del bruciatore. Al tempo stesso, si definiscono i parametri di risparmio energetico e sicurezza, come pure i valori inquinanti. Va detto, per altro, che il controllo fumi si esegue sia per le caldaie che per tutti gli altri sistemi di riscaldamento che producono più di 10 kW di potenza, come le stufe a pellet, se sono distinti rispetto al sistema centrale.

Perché la manutenzione della caldaia è fondamentale

È chiaro che la manutenzione della caldaia deve essere effettuata per non infrangere la legge, ma ci sono anche altri buoni motivi per cui si dovrebbe provvedere ad essa: per ridurre l’inquinamento, per esempio, ma anche per prevenire eventuali cortocircuiti della rete elettrica. Insomma, si tratta di agire per far sì che la caldaia funzioni secondo i più alti standard di sicurezza e di efficienza: il che vuol dire risparmiare energia e soldi, visto che a consumi inferiori corrispondono bollette più leggere. Con la manutenzione, poi, si ha la possibilità di ridurre il rischio di disfunzioni e guasti da cui potrebbero scaturire anomalie anche pericolose: si pensi, per esempio, a un accumulo di monossido di carbonio in un locale, che impedisce il ricambio di aria. Una eventualità ancora peggiore è quella della fuga di gas, che può causare una intossicazione o addirittura una esplosione.

La cadenza della manutenzione

La periodicità da rispettare per l’esecuzione della manutenzione viene segnalata direttamente nel libretto allegato alla caldaia, che viene messo a disposizione direttamente dall’impresa installatrice. Obbligatorio ormai da alcuni anni, questo libretto è formato da schede singole che si possono assemblare e rappresenta una documentazione da conservare con la massima attenzione (se il riscaldamento in un palazzo è centralizzato, questo compito spetta all’amministratore di condominio). Il libretto riporta tutti gli interventi che sono stati eseguiti a partire dalla prima accensione, e in più registra i dati e le indicazioni tecniche relative alla caldaia; lo si deve esibire, insieme con le fatture, quando vengono effettuati dei controlli. Qualora nessuna indicazione venga fornita dall’impresa, si deve fare riferimento alle istruzioni tecniche del modello previste dal produttore. Tutte le volte che una revisione viene effettuata da un tecnico specializzato, viene fornito un rapporto di controllo che deve essere conservato nel tempo.

La legislazione relativa al controllo dei fumi

Il controllo dei fumi, invece, deve essere eseguito una volta ogni due anni nel caso di una caldaia a gas metano o a gpl con più di 100 kW di potenza o nel caso di una caldaia a combustibile liquido o solido con una potenza compresa fra i 10 e i 100 kW. Va effettuato una volta ogni 4 anni nel caso di una caldaia a gpl o a metano con una potenza compresa fra i 10 e i 100 kW, e una volta all’anno nel caso di una caldaia a combustibile solido o liquido con più di 100 kW di potenza. Ogni Regione, tuttavia, ha facoltà di disporre diversamente e di prevedere una periodicità differente. Inoltre, fanno fede sempre le istruzioni riportate sul libretto dalla casa costruttrice o dall’impresa di installazione. Il controllo dei fumi deve essere eseguito anche in occasione della prima accensione, ma non è necessario per le stufe a gas, per le stufe elettriche e per tutti gli apparecchi che non raggiungono i 10 kW di potenza.