Flessione energetica in Italia: meno elettricità consumata tra gennaio e maggio del 2025


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Nei primi cinque mesi dell’anno il consumo cala dell’1,1%. Complici clima fresco e maggiore efficienza domestica
L’Italia consuma meno elettricità nel 2025. Nei primi cinque mesi dell’anno, secondo quanto riportato da Terna, il fabbisogno di energia elettrica si è attestato a 125 miliardi di kWh. Il dato evidenzia una flessione dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Nel dettaglio, maggio ha fatto registrare un consumo di 24,2 miliardi di kWh, in calo del 2,7% rispetto al maggio precedente. Tuttavia, una lettura corretta per calendario e temperatura indica un calo dell’1,8%, influenzato da un giorno lavorativo in meno (21 contro 22) e da temperature medie più basse di circa 0,6°C.
A livello territoriale, la riduzione dei consumi è stata generalizzata: -3,1% al Nord, -3% al Centro, -1,6% nel Mezzogiorno e Isole.
Questo andamento si discosta nettamente dal 2024, anno in cui i consumi avevano registrato un incremento del 2,2% rispetto al 2023, superando i 312 miliardi di kWh. A determinare quell’impennata era stato soprattutto il caldo anomalo dell’estate, con conseguente uso diffuso di condizionatori e ventilatori.
I consumi energetici domestici sono influenzati da numerosi fattori. Come sottolinea la guida realizzata da Acea Energia, uno degli sprechi più comuni ma sottovalutati è la dispersione elettrica, provocata da impianti datati o mal isolati. Anche un utilizzo continuo di climatizzatori in abitazioni scarsamente coibentate comporta un aumento rilevante del fabbisogno.
Ulteriori elementi che incidono negativamente sono i guasti agli impianti elettrici, la presenza di sistemi di riscaldamento inefficienti e l’uso di elettrodomestici obsoleti.
D’altra parte, la tendenza al risparmio prende piede: sono sempre più numerose le famiglie che scelgono tecnologie smart, fotovoltaico e apparecchi a basso consumo. Una maggiore consapevolezza ambientale, unita al desiderio di contenere i costi, spinge i cittadini verso un consumo più responsabile, contribuendo così alla riduzione della domanda elettrica nazionale.