Enel Guerrieri: un’importante iniziativa, con qualche problema
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Le aziende fornitrici di energia elettrica non limitano la propria attività solamente alla produzione e vendita di energia. Molti, infatti, sono gli esempi di realtà che decidono di intervenire a sostegno di tematiche sociali attraverso campagne che possano sensibilizzare l’opinione pubblica, verso un determinato problema, o rafforzare determinati valori aziendali. In questo contesto rientrano le campagne di comunicazione realizzate da Sorgenia con Bebe Vio oppure i progetti l’Energy Week nata dalla collaborazione tra Radio 105 e Green Network. Anche Enel, uno dei maggiori fornitori di energia in Italia, in passato ha attuato questa tipologia di campagne, come Enel digital contest. Oggi ricorderemo una campagna di questo fornitore che risale al 2013 e che creò non poche polemiche: Enel Guerrieri.
In cosa consisteva la campagna Enel Guerrieri?
La campagna corporate basava la propria idea sulla celebrazione di quelle figure comuni in Italia che davanti alle difficoltà affrontano i problemi senza arrendersi, appunto, i Guerrieri. L’intera strategia di comunicazione aveva il compito di veicolare il messaggio di Enel all'interno di stampa, web e tv. Una campagna molto prestigiosa realizzata da Enel e creata da Saatchi & Saatchi. Gli spot sono stati girati in fabbriche, uffici, scuole e supermercati e girati direttamente dalla casa di produzione Filmmaster e dal regista Andre Stringer. Sulla piattaforma di storytelling, inoltre, era possibile condividere le proprie storie, come anche sui social. Alla fine alla migliore è stato dato come premio una bicicletta elettrica che riprende il concetto di mobilità sostenibile tanto caro ad Enel. Un’iniziativa che quindi riesce ad integrare, in un unico progetto, la volontà dell’azienda di aiutare a emergere elementi della società e rafforzare il concetto di appoggio alla sostenibilità aziendale.
Quali sono i problemi avuti dalla campagna Enel Guerrieri?
I problemi incontrati da questa tipologia di iniziativa partono da un concetto fondamentale per chi fa social media: all'interno del web non sono presenti solo amici. In questo modo l’azienda Enel ha offerto il fianco a tutte quelle persone che erano contro di loro che hanno incominciato ad attaccare e contestare il gestore di energia elettrica all'interno di tutti i social media. L’azienda si è trovata così a dover contrastare quasi 9000 mentions negative su Twitter, uno dei social network della campagna e che è risultato il più attivo. Molti utenti hanno cominciato ad inviare messaggi attaccando l’azienda e definendo, per esempio, i veri #guerrieri come quelli che “combattono ogni giorno nelle centrali di carbone di Enel”, oppure “che pagano le bollette più care d’Europa”. Una vera e propria contro campagna che ha rovinato il lavoro svolto dai creativi del progetto che non hanno considerato questa variabile all'interno della loro strategia. Enel comunque non si è certo fermata qui, nel corso degli anni ha continuato a svolgere numerose campagne a sostegno della società e mantenendosi come uno degli operatori più attivi, sotto questo punto di vista, all'interno del mercato energetico nazionale ed internazionale.